L’alimentazione ai tempi del Coronavirus

Dopo l’entrata in vigore del decreto #iorestoacasa la popolazione ha subito uno stravolgimento delle proprie abitudini, comprese quelle alimentari. I primi attimi di panico si sono tramutati in un assalto ingiustificato ai supermercati cercando di fare scorte alimentari per sopravvivere nel periodo di “quarantena”. Il problema di questo atto, dal punto di vista alimentare (gli altri punti di vista li lascio a persone più competenti di me) è che si sono sconvolte le normali buone abitudini per scegliere gli alimenti prediligendo prodotti conservati che hanno una lunga scadenza e non più per la propria etichetta alimentare, sorvolando perciò sulle proprietà nutrizionali, sugli ingredienti e sulla provenienza. Ma è giusto scegliere gli alimenti in questo modo? La risposta è No. In primo luogo perché lo stato ha dichiarato che le sussistenze alimentari saranno garantite e quindi non c’è nessun motivo fare scorte di tali prodotti ma soprattutto perché in questo modo si perde in modo massivo la quantità di macro e micronutrienti che regolarmente e notoriamente gli alimenti freschi hanno in più rispetto ai prodotti conservati (alcune vitamine e minarli si perdono con i trattamenti termici, tramite il lavaggio industriale a cui vengono sottoposti tali alimenti).
Quindi: cosa fare in questo momento?
Prediligere comunque alimenti freschi come il latte per il suo elevato contenuto di calcio, il pane, la frutta e la verdura per il loro elevato apporto di fibra, vitamine e sali minerali, avendo l’accuratezza di lavarla bene con acqua e amuchina e cuocendola ad alte temperature (in questo modo il virus morirà). Questo è essenziale perché alcuni micronutrienti come la vitamina D, la vitamina C e lo zinco possono interagire con il nostro sistema immunitario ma ciò avviene se abbiamo un’alimentazione sana ed equilibrata. In questo modo si raggiungerà comunque la quota giornaliera raccomandata dalle linee guida della SINU per quanto riguarda i micronutrienti (per ulteriori approfondimenti vedere le tabelle LARN sul sito della SINU). Perciò non c’è alcun motivo di integrare a caso multivitaminici se si mantiene uno stile di vita sano continuando ad avere un regime dietetico vario ed equilibrato prediligendo comunque alimenti freschi e a fare attività fisica se possibile. Le nostre difese immunitarie non si alzeranno se assumiamo integratori alimentari in modo disorganizzato ne tanto meno aumentando l’attività fisica. Infatti stati di overtraining e di sedentarietà diminuiscono l’efficienza della nostra immunità rendendoci più vulnerabili. Inoltre alcune vitamine hanno un ruolo antiossidante, i quali sono necessari alla protezione dell'organismo nei confronti di alcuni cataboliti prodotti durante la respirazione cellulare: i radicali liberi (anione superossido, ossigeno singoletto e perossido d’idrogeno). Le sostanze antiossidanti esogene in questo caso come le vitamine e il selenio o lo zinco se in eccesso possono neutralizzare troppo i radicali liberi che in giuste proporzioni sono fondamentali per l’omeostasi cellulare soprattutto nei processi di uccisione e digestione di patogeni da parte di macrofagi e granulociti e quindi di conseguenza un loro accumulo potrebbe alterare il nostro sistema immunitario. Quindi anche in questo caso la scelta migliore è il cibo, l’integrazione si usa solo e soltanto in casi di carenza o in particolari stati fisiologici.
A cura del Dr. Federico Di Francesco
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